Mauro Chechi

“Quella del cantastorie è un’epopea che attraversa i secoli e le terre. Per molto tempo sono stati questi eredi degli antichi menestrelli a tenere collegate comunità rurali altrimenti disperse. Erano un pò la CNN della povera gente: con le loro storie cantate, non di rado accompagnate da cartelli dipinti e da messe in scena di burattini e marionette, portavano la Storia e le storie nelle piazze, nelle fiere e nei mercati della nostra penisola, non disdegnando le feste popolari, le serenate e le occasioni di matrimonio.

 

In epoca moderna molti di essi hanno continuato la loro nobile arte, anche se ormai sempre più minacciata dalla forza e dalla persuasione dei mass media.

Alcuni cercarono di inserirsi, in qualche modo, in questo flusso, cominciando a registrare i loro canti e le loro ottave. I casi più popolari sono quelli dei decenni Sessanta-Ottanta quando l’interesse per tutto ciò che era popolare investì anche loro, prelevandoli dalla piazza e portandoli spesso sui palchi dei migliori teatri italiani, in radio, in TV e a volte in uno studio di registrazione, I nomi che per primi vengono alla mente (ma non sono certo gli unici) sono quelli di Otello Profazio, Matteo Salvatore, Ciccio Busacca, il Duo di Piadina, la Daffini, Franco Trincale, Marino Piazza, Orazio Strano. Altri ancora, pur se di estrazione colta, si avvicinarono a questo mondo e lo fecero proprio, come i toscani Riccardo Marasco e quel Mauro Chechi di cui vi vogliamo parlare.

 

C’è da sottolineare che l’attività discografica dei cantastorie, specialmente quella post anni ’70, non è sempre facile da ricostruire: si trattava spesso di autoproduzioni incise in piccole sale di incisione, o poco più, o per etichette locali. Non tutte queste produzioni arrivavano nei negozi, essendo destinate a una vendita diretta durante le performances sulla piazza e nelle feste, più o meno patronali, o nei mercatini di quartiere. Anche per ragioni pratiche, di maggiore portabilità, si prediligeva il supporto della musicassetta.

Ma cerchiamo di conoscere più da vicino il grossetano Mauro Chechi, il quale a fine anni 70 decide che l’attività legale, a cui per studi era avviato, non è esattamente la sua vita. Eccolo quindi imbracciare la sua chitarra, impratichirsi e poi eccellere nell’arte tipicamente toscana-romagnola dell’improvvisazione in ottave, calcare le assi di piccoli circoli, ma anche partecipare a numerosi spettacoli televisivi e teatrali (uno con Roberto Benigni), in Italia e all’estero (lavora per tre anni in una compagnia berlinese), non tralasciando ovviamente quello che è il vero palcoscenico del cantastorie: la piazza.

Alcune delle sue canzoni corteggiano arie popolari del centroitalia, a volte vicine a certe melodie emiliane, vicinanza accentuata episodicamente da un cantare che a volte si abbandona a melismi tipici del genere.Ma più in generale vi si possono riconoscere modi dell’area tosco-laziale, seppur fatti ottimamente propri.”

 

(Andrea “Kappa” Caponeri, da: Verso la stratosfera…)

Mauro Chechi è nato in Maremma, laureato in Giurisprudenza, nel 1979 ha lasciato l’attività forense per dedicarsi allo spettacolo.

Ha lavorato come attore e cantante in vari teatri: al Berliner Ensemble di Berlino, per tre anni (1993/95), nello spettacolo “Das Wunder von Mailand” presentato anche al Gran Teatro la Fenice di Venezia,  e al Saint Pauli Teather di Amburgo (2008) nello spettacolo “Nackt” (Vestire gli ignudi) di Luigi Pirandello. E’ autore di diverse pubblicazioni tra le quali “Come si improvvisa cantando”, una ricerca sull’Improvvisazione Poetica che lo ha fatto conoscere a livello internazionale.

Attraverso la L.I.P.E. (Lega Italiana Poesia Estemporanea), organizza da diversi anni, a Pomonte, nel comune di Scansano (GR), gli Incontri Internazionali di Improvvisazione, ai quali hanno preso parte artisti provenienti da vari paesi del mondo tra cui Argentina, Uruguay e Cuba.

Chechi promuove  anche seminari e corsi sulla tecnica della composizione metrica collaborando con le Scuole di Improvvisazione Poetica di Lucca e di Terranuova Bracciolini (AR).

Ha recentemente pubblicato il CD  IL CANTASTORIE” Sagre, leggende e ambienti contadini nella terra delle saghe cavalleresche e dei miti nordici. Musiche e  testi sono di sua composizione, gli arrangiamenti di Michele Scarano e il CD è stato realizzato con la collaborazione di Emo Rossi e Riccardo Cavalieri.

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Viene da Parma ed è cantautore, musicista e saggista. Chitarrista e polistrumentista da sempre pone al centro della sua scrittura